Sinodo dei Vescovi – La necessità del catecumenato

Dai Lineamenta del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione

14. La pedagogia della fede

La trasmissione della fede non avviene solo con le parole, ma esige un rapporto con Dio attraverso la preghiera che è la stessa fede in atto. E in questa educazione alla preghiera è decisiva la liturgia con il suo proprio ruolo pedagogico, nel quale il soggetto educante è Dio stesso e il vero educatore alla preghiera è lo Spirito Santo.

L’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla catechesi aveva riconosciuto come dono dello Spirito – oltre alla fioritura, per numero e dedizione, dei catechisti – la maturazione registrata nei metodi che la Chiesa ha saputo elaborare per realizzare la trasmissione della fede, per permettere agli uomini di vivere l’incontro con Cristo [51]. Sono metodi esperienziali che coinvolgono la persona. Si tratta di metodi plurali, che attivano in modo differenziato le facoltà dei singoli, il loro inserimento in un gruppo sociale, le loro attitudini, le loro domande e ricerche. Tali metodi assumono come proprio strumento l’inculturazione [52]. Per evitare il rischio di dispersione e di confusione insito in una situazione così pluralistica e in continua evoluzione, Papa Giovanni Paolo II raccolse in quel contesto un’istanza dei Padri sinodali e l’ha consegnata come regola: la pluralità dei metodi nella catechesi può essere segno di vitalità e di genialità, se ognuno di questi metodi sa interiorizzare e fare sua una legge fondamentale, quella della duplice fedeltà, a Dio e all’uomo, in uno stesso atteggiamento di amore [53].

Allo stesso tempo, al Sinodo sulla catechesi stava a cuore non disperdere i benefici e i valori ricevuti da un passato segnato dalla preoccupazione di garantire una trasmissione della fede sistematica, integrale, organica e gerarchizzata [54]. Per questo motivo il Sinodo ha rilanciato due strumenti fondamentali per la trasmissione della fede: la catechesi e il catecumenato. Grazie ad essi, la Chiesa trasmette la fede in modo attivo, la semina nei cuori dei catecumeni e dei catechizzandi per fecondare le loro esperienze più profonde. La professione di fede ricevuta dalla Chiesa (traditio), germinando e crescendo durante il processo catechistico, è restituita (redditio), arricchita con i valori delle differenti culture. Il catecumenato si trasforma, così, in un centro fondamentale di incremento della cattolicità e fermento di rinnovamento ecclesiale [55].

Il rilancio di questi due strumenti – catechesi e catecumenato – doveva servire a dare corpo a quella che è stata designata con il termine «pedagogia della fede»[56]. A questo termine è affidato il compito di dilatare il concetto di catechesi, coestendendolo a quello di trasmissione della fede. Dal Sinodo sulla catechesi in poi la catechesi ormai non è altro che il processo di trasmissione del Vangelo, così come la comunità cristiana lo ha ricevuto, lo comprende, lo celebra, lo vive e lo comunica [57]. «La catechesi di iniziazione, essendo organica e sistematica, non si riduce al meramente circostanziale od occasionale; essendo formazione per la vita cristiana, supera – includendolo – il mero insegnamento; ed essendo essenziale, mira a ciò che è “comune” per il cristiano, senza entrare in questioni discusse, né trasformarsi in indagine teologica. Infine, essendo iniziazione, incorpora nella comunità che vive, celebra e testimonia la fede. Realizza, pertanto, allo stesso tempo, compiti d’iniziazione, di educazione e d’istruzione. Questa ricchezza, inerente al Catecumenato degli adulti non battezzati, deve ispirare le altre forme di catechesi» [58].

Il catecumenato ci viene così consegnato come il modello che la Chiesa ha recentemente assunto per dare forma ai suoi processi di trasmissione della fede. Rilanciato dal Concilio Vaticano II [59], il catecumenato è stato assunto in tanti progetti di riorganizzazione e rilancio della catechesi, come modello paradigmatico di strutturazione di questo compito evangelizzatore. Così il Direttorio Generale per la Catechesi ne sintetizza gli elementi portanti, lasciando intuire i motivi per cui tante Chiese locali si sono ispirate a questo paradigma per riorganizzare le proprie pratiche di annuncio e di generazione alla fede, dando addirittura origine ad un nuovo modello, il “catecumenato post-battesimale” [60]: ricorda costantemente a tutta la Chiesa la funzione dell’iniziazione alla fede. Richiama la responsabilità di tutta la comunità cristiana. Mette al centro di tutto l’itinerario il mistero della Pasqua di Cristo. Fa dell’inculturazione il principio del proprio funzionamento pedagogico; è immaginato come un vero e proprio processo formativo [61].

fonte: http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20110202_lineamenta-xiii-assembly_it.html#_Toc244533009

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