Come il seminario “Redemptoris Mater” partecipa alla Nuova Evangelizzazione?

Continuiamo la rubrica di approfondimenti, dedicata in questo tempo ai seminari Redemptoris Mater.

Il cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha dichiarato:

“Oggi la Chiesa non ha bisogno, nella pastorale, di impiegati o amministratori, ma prima di tutto di veri pastori, seri e competenti annunciatori di Cristo Salvatore del mondo, che presentino un atteggiamento disinteressato di servizio verso tutti. I tempi attuali portano con sé una chiamata all’impegno di sacerdoti nella nuova evangelizzazione. L’uomo contemporaneo non smette di porsi domande sul senso dell’esistenza, sulla verità, su Dio. A tali persone i futuri sacerdoti dovrebbero sentirsi chiamati, per annunciare la “Buona Notizia” del Signore crocifisso e risorto per la salvezza dell’umanità (…)
(…) questo seminario ha un carattere speciale … accogliendo candidati al presbiterato provenienti da diversi paesi del mondo, è chiamato ad essere alimentato da un profondo spirito missionario, per essere un buon fermento nell’Arcidiocesi di Varsavia, in tutta la Polonia e per illuminare tutto il mondo secondo il mandato del Signore: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15)”
(Lettera di Sua Eminenza Cardinale Zenon Grocholewski indirizzata a Sua Eminenza Cardinale Jòzef Glemp, Primate di Polonia, in occasione dell’inaugurazione del Seminario Arcidiocesano Missionario Redemptoris Mater di Varsavia)

Ogni seminarista nel corso della formazione, che prepara alla missione, al termine del secondo o terzo anno interrompe gli studi, per prendere parte ad una pratica missionaria in Polonia o in diverse parti del mondo, dovunque ci sia la necessità, assieme ad un parroco, specialmente là dove si trovano famiglie in missione per l’Implatatio Ecclesiae, o evangelizzando in un’equipe di catechisti itineranti. Questa pratica missionaria dura almeno due anni.
La missione permette di maturare nella vocazione e insegna a seguire il modello apostolico di annuncio della Parola, senza contare sulle sicurezze materiali, nella precarietà, in totale disposizione, a volte in povertà, in regioni molto secolarizzate.
I presbiteri del seminario “Redemptoris Mater”, ricevuta l’ordinazione presbiterale svolgono il loro ministero per almeno tre anni nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Varsavia, a cui appartengono. Dopo questo tempo possono essere inviati dal Primate, loro Ordinario, in qualsiasi parte del mondo, per servire la Chiesa là, dove ce n’è maggiormente bisogno.
Più della metà dei 63 presbiteri fino a questo momento ordinati e incardinati nell’Arcidiocesi di Varsavia, lavora attualmente nelle parrocchie della città. Qualcuno studia in Polonia o all’estero per l’acquisizione del dottorato in diversi ambiti della teologia.
Cresce ogni anno il numero dei presbiteri che lavorano fuori della diocesi: a Toronto (Canada) due, in Israele altri due, uno a Vienna (Austria), in Italia, in Camerun, a Chicago (USA), a Kiev (Ukraina), a Nowosybirsk (Russia) e in Georgia, e molti altri evangelizzano in equipe di catechisti itineranti resposabili del Cammino Neocatecumenale in diversi luoghi della Polonia e dell’Europa. Ogni anno si presentano nuove necessità e richieste provenienti da varie parti del mondo.

Su gentile concessione, pubblichiamo, fedelmente, tutte le informazioni sul seminario.

COSTRUZIONE DEL SEMINARIO “REDEMPTORIS MATER” DI VARSAVIA

“Il mantenimento di un seminario, com’è risaputo, crea molte difficoltà. Al momento presente, possedendo nell’Arcidiocesi di Varsavia due seminari ed essendoci la necessità di costruire l’edificio del seminario missionario, mi trovo costretto a chiedere aiuto, anche in altri paesi, dove molti cristiani potrebbero fruttuosamente collaborare alla costruzione e allo sviluppo di un’opera così importante per l’evangelizzazione. Giacché il Signore vuole che la Buona Notizia sia annunciata a tutte le nazioni, con gran fiducia Le chiedo tutto il possibile aiuto finanziario (…) “.
(Lettera di Sua Em. Cardinale Józef Glemp Primate di Polonia ai benefattori dell’Arcidiocesano Seminario Missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia, Natale 1992)

PROGETTO DEL SEMINARIO

L’edificio del seminario arcidiocesano missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia è stato progettato sulla base della sede del Collegio “Redemptoris Mater” di Roma. Il progettatore è l’architetto Mattia del Prete, ed il consulente artistico è il sig. Kiko Arguello.

LA NUOVA ESTETICA

“Nel prefazio di Natale la Chiesa prega: “Nel mistero del Verbo fatto incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del suo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti dall’amore delle cose invisibili”. Anche la verità della rivelazione utilizza la ricettività dell’uomo per ciò che è bello. Se gli occhi dello spirito sono colpiti dalla nuova luce, che da Dio promana, l’incomprensibile opera della sua incarnazione rende possibile che Dio divenga visibile per l’uomo nel mistero sacramentale. Questo sguardo, che Dio permette provoca nell’uomo uno strappo ed estasi; la visione conduce, grazie all’amore, al mondo invisibile della fede: l’uomo della terra viene portato in cielo”.
(Paul J. Cordes, Presentazione, Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, p. IX)

Il progetto dell’edificio del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia è il risultato della fusione di tradizioni e canoni classici dell’arte sacra con le moderne soluzioni architettoniche.
Un tale complesso architettonico realizza le premesse della “nuova estetica”, ovvero un attuale tentativo atto a creare un’architettura sacra non staccata dalla spiritualità e dalla teologia, della riscoperta del bello e del suo canone estetico, che diviene la “ratio” del costruire sacro, facendo sì che l’edificio, mantenendo la propria funzionalità, esprima soprattutto alcuni contenuti e inviti a lodare il Creatore del mondo,.
Questo rinnovamento liturgico apportato dal Concilio Vaticano II ha conseguentemente condotto ad un rinnovo dell’architettura attraverso il ritorno agli esempi della Chiesa primitiva:

“La liturgia (dopo il Concilio Vaticano II) torna ad esser comprensibile al popolo, anzi diviene l’alimento stesso del rinnovamento della vita cristiana. Compito dell’architettura torna ad essere quello di dare “forma sensibile” a questo sistema di riti, di segni e di simboli sacramentali, perché possa realizzarsi nel rito una reale esperienza del mistero: dell’incontro con Dio e della comunione tra i fratelli
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia)

Nel corso della storia la Chiesa ha sempre percepito questo legame tra bellezza ed evangelizzazione e la Chiesa è stata la più gran committente di bellezza. Tutto riflette la bellezza di Cristo e la bellezza della comunità e della comunione fraterna. L’evangelizzazione dei popoli slavi avvenne in gran parte proprio attraverso la bellezza della liturgia, delle icone e dei canti. Soltanto in questi ultimi anni anche all’interno della Chiesa sembra prevalere una visione funzionale che riduce i luoghi dove la comunità vive e si riunisce, a semplici sale di riunione. Eppure proprio oggi è quanto mai necessario ed urgente che le strutture della Chiesa si rinnovino. La risposta al villaggio globale di McLuhan, alla gran città, alla monocultura, è una parrocchia che divenga un “villaggio celeste”: un modello sociale più umano capace di aprire spazi per la nuova civiltà dell’amore, un’assemblea eucaristica che favorisca la partecipazione attiva dei fedeli (…)”.

“Tutta l’architettura del seminario, la sua costruzione, la forma secondo cui è stato disegnato e costruito, come pure la dignità di cui godono gli spazi liturgici e quelli ricreativi, dal dormitorio agli spazi di vita comune fino al refettorio, obbediscono ad una regola estetica dove tutto è ben realizzato con materiali di prima e grande qualità.
E’ un avvicinamento alla teologia della bellezza dove pero non viene trascurato il trascendente per il funzionale e dove la Chiesa, quale corpo mistico di Cristo, splende di luce propria.
Tutto con gusto e gran dignità , come si deve per accogliere seminaristi di ogni razza, nazione e condizione sociale, affinchè si sentano come nella migliore delle case e nel più bello dei palazzi, dove Gesù Cristo è presente.”
(Memoriales, N. 1/1998, – Bollettino informativo del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Medellin, Colombia, pag. 10)

Un elemento completamente nuovo del complesso è il Santuario della Parola. E’ un luogo allestito e predisposto per l’adorazione, la preghiera e per l’approfondimento della Parola di Dio. Il Tabernacolo racchiude, accanto al Santissimo Sacramento, la Sacra Scrittura. La simbologia interna introduce alla preghiera ed invita alla fede nella forza creativa della Parola di Dio.

“Il santuario della parola è impostato su un asse longitudinale che ha i suoi estremi da un lato, dietro ad una transenna ad archi che ne sottolinea il carattere sacro, il tabernacolo contenente in una teca preziosa sia le sacre Specie Eucaristiche che la Sacra Scrittura, dall’altro da un grande ambone (chiamato “bemà” come nella chiesa siriaca o nella sinagoga) davanti al quale siede il presidente e dal quale viene proclamata la Parola dopo aver portato la Bibbia con solennità, processionalmente, dal tabernacolo. Ai lati, rivolti verso l’asse centrale, i posti per i partecipanti, concepiti come “tronetti con scrittoio” per la scrutatio, sul modello degli “scrittoi” degli evangelisti delle miniature medievali.”
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, pag. 351)

“Le belle vetrate, situate in una parete laterale del Santuario della Parola esprimono una lode per i sette giorni della creazione. (…) illuminate dalla luce del sole le vetrate si riempiono di colori che si diffondono all’interno.
L’insieme delle vetrate rappresenta la creazione dell’universo per mano di Dio, dal caos passando per la formazione delle acque, dei cieli, dei pianeti ed arriva fino alla perfezione, all’ordine, ed infine alla creazione dell’uomo, presentata con una croce come il segno dei tempi: Dio ha fatto l’uomo in Cristo, nuova creatura, che lo rinnova con la Sua morte e risurrezione l’uomo schiavo dei peccati, riconciliandolo con Dio, con se stesso e con la natura.”
(Memoriales, N. 2/1999 – Bollettino informativo del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Medellin, Colombia)

Anche la chiesa del seminario include, nella sua forma, le prerogative del rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II. Questo è un esempio d’adeguamento degli interni sacri predisposti alle necessità e alla sensibilità dell’uomo moderno, affinchè egli possa partecipare in modo attivo ai santi riti (cf Concilio Vaticano II, Sacrosantum Concilium, 14). Lo spazio liturgico è di forma ottagonale, grazie alla quale la disposizione dell’assemblea indirizza l’attenzione di tutti i fedeli sull’altare collocato al centro.

“In questa assemblea il sacerdote celebrante, posto in posizione preminente rispetto ai fedeli e rivolto ad essi dietro l’altare, viene a collocarsi in una posizione tale da chiudere l’emiciclo. Vediamo così organizzarsi una configurazione circumstans quale, sulla tradizione più antica formalizzata già nel Sacramentarium Gregorianum del secolo VIII, verrà riproposta dal Concilio Vaticano II: “La collocazione dell’altare sia tale da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea” (IGMR 263).
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, p. 124)

PRIMA TAPPA DELLA COSTRUZIONE

A causa della dimensione dell’investimento e delle limitate possibilità finanziarie si è deciso di dividere la costruzione dell’edificio in due fasi. La prima tappa comprendeva la costruzione del minimo indispensabile dal punto di vista sociale e funzionale, cioè della cappella, del santuario della Parola, della parte delle abitazioni, della cucina e del refettorio. La costruzione di questa parte ha avuto luogo negli anni 1994-2000. E’ stato possibile cominciare ad abitare nell’edificio nel settembre 2000.

SECONDA TAPPA DELLA COSTRUZIONE

Passati circa due anni dalla conclusione della prima parte è stata iniziata la seconda tappa della costruzione del seminario. Questa volta sono state costruite: la chiesa del seminario con la cappella del Santissimo Sacramento, la biblioteca e la sala di lettura, l’aula magna, e le sale di studio, l’ingresso principale. Queste nuove parti che si stanno costruendo formeranno con le altre già esistenti un unico complesso, racchiudendo al centro un patio con fontana per lo svago e la passeggiata.

 

STATO ATTUALE DELLA SECONDA TAPPA DELLA COSTRUZIONE

La costruzione dello stato grezzo che diede inizio alla seconda parte dell’investimento giunse a termine nella primavera del 2004.

Prima dell’estate è stato iniziato di nuovo il lavoro con l’obiettivo di chiudere il più velocemente possibile l’edificio, per salvaguardarlo di fronte alle pesanti condizioni atmosferiche del rigido inverno. Durante le vacanze dunque è stato realizzato il tetto della chiesa e della biblioteca, e poi sono iniziati i lavori per la costruzione delle facciate in cotto e in marmo e sono state montate le porte e le finestre. Nel frattempo sono stati intrapresi anche i lavori all’interno dell’edificio come, per esempio, la preparazione degli impianti e il montaggio di diverse installazioni. I lavori all’esterno stanno per essere terminati.
Il seminario è mantenuto fin dall’inizio grazie alla generosità di molti benefattori anonimi dalla Polonia e dall’estero che hanno capito l’importanza di quest’opera e la missione che il seminario Redemptoris Mater compie in Europa e nel mondo annunciando l’amore di Gesù Cristo all’uomo di oggi, schiavo della paura della morte.
Tutti i seminaristi pregano per loro regolarmente.

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