Papa Francesco ordina 10 preti per la diocesi

La celebrazione domenica 21 aprile nella basilica di San Pietro. Quattro diaconi dal Seminario Maggiore, altrettanti dal Redemptoris Mater e due dal Seminario degli Oblati del Divino Amore

(di Giulia Rocchi)

Si dicono «emozionati», «felici» e «orgogliosi», perché saranno i primi sacerdoti ordinati da Papa Francesco. Anche se la gioia più grande, confessano, sarà propria quella di essere, finalmente, «ministri di Dio». Domenica 21 aprile, infatti, il Santo Padre, nella basilica di San Pietro, presiederà alle 9.30 la Messa con le ordinazioni presbiterali per la diocesi di Roma. Concelebreranno con Francesco il cardinale vicario Agostino Vallini, il vicegerente Filippo Iannone, i vescovi ausiliari, i superiori dei seminari di provenienza degli ordinandi e i parroci delle comunità alle quali sono destinati i futuri preti. In tutto, riceveranno l’ordinazione dieci diaconi: quattro arrivano dal Seminario Romano Maggiore, quattro dal Collegio Redemptoris Mater e due si sono formati al Divino Amore.

Il decano del gruppo è Giuseppe Conforti, nato 44 anni fa a Matera ma nell’Urbe da ormai cinque lustri. «Facevo parte di un gruppo alla chiesa argentina di piazza Buenos Aires – racconta – . Una volta ho perfino accompagnato all’aeroporto l’allora cardinale Bergoglio. Per mantenermi facevo il “pr” e organizzavo feste. Ho sempre amato le relazioni con le persone e anche come prete mi piacerebbe fare lo stesso: produrre sorrisi». Ha già iniziato a mettere in pratica questo progetto nella parrocchia di San Policarpo, dove sta facendo tirocinio pastorale e alla quale sarà affidato dopo l’ordinazione. Collabora con la comunità di San Corbiniano all’Infernetto, invece, Giuseppe Tavolacci, 36 anni, anche lui del Maggiore. «Per la mia vocazione – dice – è stato decisivo un pellegrinaggio a Lourdes compiuto nel 2002 insieme con l’Unitalsi». Poco lontano, nella parrocchia di San Tommaso Apostolo all’Infernetto, perfeziona la sua formazione il compagno di studi Pierangelo Margiotta, trentasettenne salentino. «Mi sono laureato in Scienze politiche a Bologna, poi ho fatto l’insegnante in provincia di Bergamo, ma il germe della vocazione – ammette – era dentro di me fin dall’infanzia». Al Seminario Maggiore si è formato anche Alberto Daniel Lopez Pantano, 40 anni, argentino, che domenica scorsa ha servito all’altare durante la Messa per l’insediamento di Papa Francesco come vescovo di Roma. «Ho lavorato per cinque anni come ingegnere a Buenos Aires prima di decidermi a seguire la chiamata del Signore – spiega -. Ciò che mi unisce al pontefice è Cristo, più che la terra di origine».

Arrivano dall’India, invece, i due diaconi del Divino Amore. Il più giovane è Sijo Kuttikkattil, 26 anni, una vocazione «nata nell’ambiente familiare. Fin da quando ero piccolo, ci riunivamo ogni sera, a casa, per pregare, recitare il Rosario e condividere la Parola di Dio». Una storia diversa quella di Gnana Prakash Marlapati, classe 1973: «Mio padre era un pastore anglicano ma poi si è convertito al cattolicesimo. Era un grande predicatore e con lui si convertì tutto il villaggio». Il croato Ivan Mladineo, 28 anni, ha perfezionato i suoi studi al Redemptoris Mater. «In famiglia siamo dieci fratelli – sottolinea – e ho già un fratello maggiore sacerdote e due sorelle carmelitane ad Avila, in Spagna». La vocazione di Paolo Marinelli, 38 anni, «è nata durante la Gmg del 2000 – ricorda -. Durante la famosa veglia a Tor Vergata, Giovanni Paolo II disse che chi sentiva una chiamata dal Signore doveva cogliere l’occasione, e così da lì ho iniziato un percorso vocazionale». Una Giornata mondiale della gioventù, quella di Toronto del 2002, è stata fondamentale anche nel percorso di Simone Giovannella. «Sono nato e cresciuto nella parrocchia di San Mauro Abate; qui sono entrato nel Cammino neocatecumenale e qui sto svolgendo servizio pastorale. Ci resterò anche dopo l’ordinazione, è una grazia inaspettata». Dalla stessa comunità arriva pure Fabio Vellucci, anche lui nel Cammino, che è stato assegnato a Sant’Ireneo a Centocelle. «È una realtà molto bella – osserva – nella quale posso riscoprire ogni giorno la gioia di mettermi al servizio delle persone». Sant’Igino Papa ha accolto Paolo Marinelli, 38 anni, anche lui del Redemptoris Mater. «Prima di entrare in seminario lavoravo per una multinazionale del lusso. Ma poi una parola mi ha toccato profondamente: nei Proverbi si dice che la sapienza “è più preziosa delle perle”. Ecco, io l’ho presa alla lettera».

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=10217

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