Lettera del vescovo di San Miniato sul Cammino

Fausto Tardelli

Il Vescovo di San Miniato, mons. Fausto Tardelli, ha inviato una lettera dal titolo “A proposito del Cammino Neocatecumenale” a tutte le parrocchie della diocesi. Prendendo spunto dal discorso del Santo Padre Benedetto XVI all’udienza del 20 gennaio, si è rivolto ai parroci della diocesi con queste parole: “I neocatecumenali presenti in Diocesi sono una vera benedizione di Dio e come tali vanno accolti ed sostenuti.”

Tardelli era presente all’udienza insieme ai responsabili delle comunità della sua diocesi che hanno finito il Cammino (nella foto è il primo da sinistra, dietro Antonelli e Canizares), ed ha ritenuto molto importante questo evento, in quanto dà garanzia ai pastori della Chiesa (vescovi e sacerdoti) dell’autenticità dei riti e degli insegnamenti fatti attraverso questo itinerario di formazione cristiana. Ha espresso questo con le seguenti parole: “Ed è davvero bello e confortante per tutti sapere che sono state confermate e garantite dalla  Chiesa le modalità della “celebrazione” dei passaggi del “Primo Scrutinio”,  “Secondo Scrutinio”, per “l’iniziazione alla preghiera”, per la Traditio del Simbolo (il Credo) e per la Redditio, per la Consegna del Padre Nostro e così via.”

 

A questo link è possibile scaricare l’originale della lettera, pubblicata anche sul sito web della Diocesi di San Miniato: http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_diocesi/177/2012-01/27-219/Il%20vescovo%20di%20San%20Miniato%20ai%20neocatecumenali.pdf.

 

Di seguito il testo completo della lettera:

 

Il vescovo di San Miniato

A PROPOSITO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

 

Nella nostra diocesi sono presenti diverse comunità del Cammino neocatecumenale che hanno dato e stanno dando un apporto fondamentale alla vitalità della nostra Chiesa e alla sua opera di evangelizzazione. Al Cammino si deve la riscoperta di una fede viva da parte di tante persone, come la formazione cristiana di tanti laici che oggi offrono un contributo importante alla vita di alcune comunità parrocchiali. Dopo l’udienza concessa dal S.Padre ai membri del cammino il 20 gennaio scorso, mi è parso opportuno richiamare l’insegnamento di Papa Bendetto XVI perchè ci si muova tutti nella chiarezza a vantaggio comune. Il mio intervento è rivolto ai parroci e ai sacerdoti in genere, a tutte le comunità parrocchiali e anche ai membri delle comunità neocatecumenali presenti in diocesi.

L’udienza del Santo Padre a cui faccio riferimento  è avvenuta nell’occasione dell’approvazione, da parte del Pontificio Consiglio dei laici, di quelle celebrazioni “contenute nel direttorio catechetico del Cammino neocatecumenale che non risultano per loro natura già normate dai libri liturgici della Chiesa”. Così recita testualmente il Decreto di approvazione.

Riporto qui alcune parti del discorso del S.Padre, rinviando per una lettura integrale al sito ufficiale della S.Sede (www.vatican.va). Pur se rivolto ai neocatecumenali, l’intervento del Papa è illuminante per tutti.

 

“In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, rispondere alle sue parole con generosità, abbandonando spesso sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi, affrontando situazioni nuove e non sempre facili.  

Portare Cristo agli uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della  vita di fede, la gioia di essere cristiani. Il “seguire Cristo” esige l’avventura personale della ricerca di Lui, dell’andare con Lui, ma comporta sempre anche uscire dalla chiusura dell’io, spezzare l’individualismo che spesso caratterizza la società del nostro tempo, per sostituire l’egoismo con la comunità dell’uomo nuovo in Gesù Cristo. E questo avviene in un profondo rapporto personale con Lui,  nell’ascolto della sua parola, nel percorrere il cammino che ci ha indicato, ma avviene anche inseparabilmente nel credere con la sua Chiesa, con i santi, nei quali si fa sempre e nuovamente conoscere il vero volto della Sposa di Cristo. 

La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno.  

Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda  comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo. 

Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel “Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale”, che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae. 

Questo fatto mi offre l’occasione per un breve pensiero sul valore della Liturgia. Il Concilio Vaticano II la definisce come l’opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la Chiesa (cfr Sacrosanctum Concilium, 7). A  prima vista ciò potrebbe apparire strano, perché sembra che l’opera di Cristo designi le azioni redentrici storiche di Gesù, la sua Passione, Morte e Risurrezione. In che senso allora la Liturgia è opera di Cristo? La Passione, Morte e Risurrezione di Gesù non sono solo avvenimenti storici; raggiungono e penetrano la storia, ma la trascendono e rimangono sempre presenti nel cuore di Cristo. Nell’azione liturgica della Chiesa c’è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale, per la nostra salvezza; ci attira in questo atto di dono di Sé che nel suo cuore è sempre presente e ci fa partecipare a questa presenza del Mistero pasquale. Questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia, l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo – Christus totus caput et corpus – dice sant’Agostino. Nella celebrazione dei Sacramenti Cristo ci immerge 

nel Mistero pasquale per farci passare dalla morte  alla vita, dal peccato all’esistenza nuova in Cristo. 

Ciò vale in modo specialissimo per la celebrazione dell’Eucaristia, che, essendo il culmine della vita cristiana, è anche il cardine della sua riscoperta, alla quale il neocatecumenato tende.  

Come recitano i vostri Statuti, “L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in piccola comunità” (art. 13 §1).

Proprio al fine di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata,  i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi Vespri della domenica, secondo le disposizioni del Vescovo diocesano (cfr Statuti, art. 13 §2). Ma ogni celebrazione eucaristica è un’azione dell’unico Cristo insieme con la sua unica Chiesa e perciò essenzialmente aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa. Questo carattere pubblico della Santa Eucaristia si esprime nel fatto che ogni celebrazione della Santa Messa è ultimamente diretta dal Vescovo come membro del Collegio Episcopale, responsabile per una determinata Chiesa locale (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 26).  

La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti della radicalità. 

Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato (cfr Statuti, art. 6), la sua forma ordinaria. 

Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo (cfr 1 Cor 10, 

16s).” 

 

Queste le parole del S.Padre.

Ne aggiungo soltanto qualche altra prendendo spunto da alcuni commenti letti in questi giorni.

L’approvazione data dal Pontificio Consiglio per i laici non riguarda la celebrazione eucaristica, cosa già esaminata in passato e risolta autorevolmente richiamando la necessità di seguire i libri liturgici della chiesa pur con alcune piccole varianti ammesse. Non riguarda nemmeno la celebrazione degli altri Sacramenti come della liturgia delle ore. Sono state approvate invece, quelle celebrazioni “non strettamente liturgiche” che accompagnano le varie tappe del Cammini Neocatecumenale. E’ stato approvato dunque l’adattamento ai singoli momenti di passaggio del cammino Neocatecumenale, dei riti desunti dall’Iniziazione Cristiana degli Adulti, rielaborati per accompagnare il cammino spirituale di coloro che battezzati lo sono già, ma che intendono “riscoprire il proprio battesimo”. Ed è davvero bello e confortante per tutti sapere che sono state confermate e garantite dalla  Chiesa le modalità della

“celebrazione” dei passaggi del “Primo Scrutinio”,  “Secondo Scrutinio”, per “l’iniziazione alla preghiera”, per la Traditio del Simbolo (il Credo) e per la Redditio, per la Consegna del Padre Nostro e così via.

 

Con queste precisazioni ritengo che si possa davvero comminare insieme nella nostra comunità diocesana, accogliendo con gioia e riconoscenza il dono prezioso dei carismi che lo Spirito Santo effonde abbondantemente nella Chiesa e nel mondo. I neocatecumenali presenti in Diocesi sono una vera benedizione di Dio e come tali vanno accolti ed sostenuti. Se poi essi, come hanno sempre dimostrato fin qui, sapranno restare docili al discernimento operato dai pastori della Chiesa e mettersi con umiltà al servizio dell’intero popolo di Dio, saranno sicuramente rigogliosi di buoni frutti a lode di Dio.

 

San Minato, 23 gennaio 2012 

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