Missione Domenicale e Giornata Mondiale della Gioventù: Test di un mondo senza confini

Riportiamo di seguito un intervento di José Ignacio Munilla , Vescovo di San Sebastian, Spagna.

Per avvicinarsi alla comprensione delle missioni cattoliche è necessario partire da due presupposti: in primo luogo, la convinzione che il vero motore della vita non è il denaro, né il potere, o il piacere. Il vero motore della vita è lo Spirito Santo. Il secondo, l’esperienza delle missioni all’interno della Chiesa sono come un vero test di un mondo senza confini.

La Missione di quest’anno prolunga in qualche modo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, in cui è stato esposto in modo particolare l’universalità della Chiesa. A questo grande raduno abbiamo avuto la possibilità di vedere una Chiesa “figlia”, e insieme “madre” delle missioni. Tutti quei giovani dagli angoli più remoti del globo per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù erano il risultato del mandato missionario di Cristo: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo” (Mc 16, 15). Ma la maggior parte erano anche giovani “in missione”, in una società laica, mentre conducevano un discernimento su come Dio si aspetta di vivere in futuro la propria vocazione missionaria.

Speciale menzione l’impegno dimostrato da Kiko Argüello (fondatore del Cammino Neocatecumenale), alla folla giovani che ha ricolmato Plaza Cibeles; ha chiesto candidati al sacerdozio e alla vita religiosa, al fine di offrire i missionari della Chiesa di evangelizzare la Cina. In questo modo la GMG è stata un altoparlante privilegiato per la chiamata alla missione, e soprattutto di realizzare nel terzo millennio l’evangelizzazione dell’Asia.

La missione non ha confini, né è una strada a senso unico, risulta essere bidirezionale. Prova di ciò sono i molti missionari spagnoli che continuare a sostenere l’opera missionaria in America, mentre la Spagna è in missione dal nuovo continente.

Recentemente ho raccontato la storia di un messicano pellegrini della GMG, che stavano dando la loro testimonianza cristiana attraverso le strade di una popolazione spagnola, prima di venire a Madrid. Un gruppo di persone li rimproverò per la loro tentativo di rivendicare la fede a coloro che avevano perso: erano audaci, ed erano fastidiosi! La risposta di quei messicani era coraggioso come umile: “Accogliamo con favore la fede che i loro antenati hanno predicato, e ora, almeno, ascolte noi”.

La comunione nella Chiesa può svolgere l’esperienza di un mondo senza confini. La Chiesa dovrebbe perire nel medio termine, se ho smesso di respirare con i polmoni del cattolicesimo! Chi potrebbe dimenticare i momenti in cui viviamo, che la celebre testo del Decreto “Presbyterorum Ordinis”, che invita tutte le diocesi di condividere generosamente i sacerdoti e missionari?

“Il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione non disponibile per una missione limitata e ristretta, bensì per una vastissima e universale missione di salvezza” fino agli estremi confini della terra “(At 1,8), perché qualunque ministero sacerdotale partecipa dell’universalità della missione affidata da Cristo agli apostoli. Come il sacerdozio di Cristo, dalla cui pienezza preti veramente impegnati, i capi di necessità di tutti i popoli e di tutti i tempi, e non è vincolato da limiti di sangue, nazione o età, come è inteso in modo misterioso nella figura di Melchisedek. Pensate, quindi, i sacerdoti dovrebbero prendere il cuore nella cura di tutte le chiese. Pertanto, i sacerdoti della diocesi ricca di vocazioni volentieri mostrano pronti a esercitare il loro ministero con la benedizione e la preghiera dei suoi ordinari propri, nelle regioni, missioni o opere colpiti dalla mancanza di clero “(PO 10 ).

Per quanto riguarda il messaggio che il Papa ha scritto per la campagna di Domenica Missionaria di quest’anno, vorrei sottolineare la seguente espressione, di essere particolarmente illuminante: “La missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre.” Cioè, compito missionario della Chiesa non si limita all’occupazione specifiche di quelle che chiamano “missionari”, né è un compito a cui dobbiamo dedicare solo le nostre energie residue dalle faccende quotidiane… La vocazione missionaria è pienamente nostra come discepoli di Cristo, o, altrimenti, alla fine si riduce alla carità del singolo, più o meno generosa per alcuni “sognatori” che scommettono su un nuovo mondo…

Meditiamo e facciamo nostre queste parole di Benedetto XVI, “La missione della Chiesa coinvolge tutti, tutto e sempre”, proprio come Maria e Giuseppe hanno meditato le parole del suo Figlio Gesù, il primo dei missionari, che a soli dodici anni disse ai suoi genitori: “Non sapete voi che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2, 49)

 

José Ignacio Munilla , Vescovo di San Sebastian, Spagna

 

 

Fonte:  http://www.caminayven.com/domund-y-jmj-ensayo-de-un-mundo-sin-fronteras/4833

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