Cari fratelli, iniziamo un approfondimento riguardante l’estetica del cammino, in particolare le icone del Cammino Neocatecumenale, dono tangibile e visibile della Bellezza dello Spirito. Spero che il Signore toccherà il cuore di tutti.
Iniziamo partendo da una breve ma profonda presentazione, scritta dall’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, sulla “Deesis”, questo grande retablo, simbolo di tutte le icone che compongono la Corona Misterica, che Kiko Arguello ha iniziato, ormai da anni, a realizzare nel grande progetto di rinnovamento estetico che coinvolge tutta la Chiesa e tutte le chiese-edificio dopo il Concilio Vaticano II.
318. Nella Liturgia terrena, la Chiesa partecipa, pregustandola, a quella celeste che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, alla quale tende come pellegrina e nella quale Cristo siede alla destra di Dio, e, venerando la memoria dei Santi, spera di avere parte con essi[132].
Perciò, secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, negli edifici sacri si espongano alla venerazione dei fedeli le immagini del Signore, della beata Vergine Maria e dei Santi [133]; lì siano disposte in modo che conducano i fedeli verso i misteri della fede che vi si celebrano. (Institutio Generalis Missale Romanum)
Corona Misterica
Fin dal suo nascere la basilica cristiana ha espresso al suo interno cicli musivi per rendere presente la salvezza operata da Dio per l’uomo e celebrata dalla comunità cristiana nei vari misteri della vita di Cristo e riflessa nella vita dei Santi. Questi cicli pittorici, comuni a tutte le Chiese del primo millennio, iconostasi della Chiesa d’Oriente: una parete rivestita di icone che introducono e velano il luogo della celebrazione dei misteri; e in rivestimenti sempre più ricchi – dietro e sopra l’altare, nella Chiesa d’Occidente – quando l’altare viene spostato dall’incrocio dei due transetti e appoggiato alla parete di fondo della Chiesa. Con la riforma del Concilio Vaticano II, che rimuove l’altare dal fondo per ridargli la centralità che aveva sempre avuto, l’idea di una corona misterica posta sopra l’assemblea, ritrova e rinnova principalmente il ciclo musivo delle più antiche basiliche, aiutando l’assemblea cristiana a partecipare più intensamente, con una catechesi visiva e immediata, ai misteri che essa celebra. Si chiama corona l’alta fascia ottagonale che circonda nella parte superiore tutta la grande aula della Chiesa, facendo presente il Cielo. E’ dipinta con immagini ispirate all’iconografia della Chiesa Orientale e incorona l’assemblea unendo insieme Cielo e Terra. Dio è presente in mezzo al suo popolo. Le pitture rappresentano i vari momenti del Mistero della salvezza, percorrendo tutto l’anno liturgico.
Il Concilio ha riproposto un rafforzamento del ruolo delle figure simbolico – sacramentali nella Liturgia. “Le sacre immagini, presenti nelle nostre Chiese e nelle nostre case, hanno la funzione di risvegliare e di nutrire la nostra fede nel Mistero di Cristo. Attraverso l’icona di Cristo e delle sue opere di salvezza è lui che noi adoriamo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1192). Il pittore di icone non imita, non rappresenta, ma essenzialmente toglie il velo, abbatte il muro di separazione, fa comunicare “questo e l’altro mondo”. L’icona coglie la presenza di Dio. È, si può dire, teologia visiva, aiuto alla preghiera e alla contemplazione. L’iconografia nasce con Cristo, icona del Padre invisibile. È incentrata sull’incarnazione. Cristo ristabilisce nell’uomo l’immagine di Dio che il peccato aveva offuscato, cosicché l’uomo, trasformato a Sua immagine, diventa la più commovente icona di Dio.
L’arte sacra delle icone non è stata inventata dagli artisti, è una istituzione che viene dai Santi Padri e dalla tradizione della Chiesa (Il Concilio di Nicea 787). Esprime la visione della Chiesa: come la Chiesa contempla il mistero di Dio e la sua Incarnazione. Le figure hanno una apparente rigidità che però sottolinea la potenza interiore. La prospettiva è rovesciata. Mentre nell’arte profana il quadro è concavo e invita colui che lo osserva ad introdursi nell’opera, al contrario in queste pitture che sono convesse è il Cielo che annuncia un evento a colui che guarda. “L’icona descrive lo sconvolgente amore reciproco: l’amore folle di Dio per l’uomo e in risposta la passione dell’uomo per il suo Dio: Tu che la mia anima ama. È il desiderio pre-eterno di Dio di divenire uomo affinché l’uomo diventi Dio. L’icona ci offre cosi la contemplazione del mistero di Dio”. (P Evdokimov).
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Nei prossimi articoli, passeremo in rassegna le icone della Corona Misterica e il loro significato!
Pace a tutti!