Radio Vaticana intervista le famiglie in missione

“La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino Neocatecumenale un particolare dono suscitato dallo Spirito Santo: come tale, esso tende ad inserirsi nella grande armonia del corpo ecclesiale”. Così Benedetto XVI durante l’ udienza in aula Paolo VI, in Vaticano, con circa 7mila membri del Cammino Neocatecumenale. Nel corso dell’incontro il Papa ha inviato 230 nuove famiglie in missione in 46 Paesi del mondo e 13 nuove “missiones ad gentes” che, composte da un presbitero e 3-4 famiglie, portano il Vangelo nelle zone più scristianizzate. Erano presenti all’udienza gli iniziatori del Cammino, Kiko Arguello e Carmen Hernandez insieme a padre Mario Pezzi e alle equipes itineranti responsabili dell’itinerario in più di 120 Nazioni.


Al termine dell’udienza nell’Aula Paolo VI, Roberto Piermarini di Radio Vaticana ha raccolto le testimonianze di alcune famiglie che dovranno o che sono già in missione da anni.

D. – Aldo ed Eliana, vengono da Chieti e vanno in missione in Salvador: con che spirito state partendo per questa missione?

R. – (Aldo) Andiamo con uno spirito di servizio, perché siamo “poveracci” e sappiamo che il Signore deve agire. Non abbiamo nessuna pretesa, perché abbiamo visto la fedeltà del Signore nella nostra vita.

D. – Gianni e Marzia, della parrocchia di Aprilia, Maria Madre della Chiesa, partono per Taiwan, possiamo dire dall’altra parte del mondo. Con che spirito partite con i vostri cinque figli?

R. – (Gianni) Grati al Signore per le opere che ha fatto nella nostra vita e nel nostro matrimonio: una gratitudine enorme al Signore … (Marzia) Anche per me è la stessa cosa: il Signore mi ha perdonato tanti peccati ed io non posso far altro che dargli questo e questo è proprio lo spirito con il quale parto.

D. – Avete timori per i vostri figli che arriveranno in una cultura completamente diversa?

R. – (Marzia) Tantissimi, ma sappiamo che il Signore provvederà anche a questo.

D. – Livio ed Emanuela dei Martiri Canadesi…

R. – (Emanuela) Siamo in missione in Israele, a Jaffa, Tel Aviv, da 12 anni.

D. – Cosa vi ha spinto a partire?

R. – (Emanuela) La gratitudine nel vero senso della parola. Noi abbiamo una storia difficile – un matrimonio fallito alle spalle, non volevamo figli – ed abbiamo visto come Dio, gratis e non perché siamo bravi o buoni, sia riuscito a ricostruire tutto questo. Quando abbiamo sentito veramente questa chiamata del Signore, abbiamo visto in fondo questo: il Signore ci portava ovunque, ci portava a dare la nostra esperienza. Abbiamo conosciuto anche lì famiglie che dopo 17-20 anni si aprono alla vita, che cambiano vita e che non scappano dalla Terra Santa. Ci sono famiglie arabe con il biglietto pronto per emigrare, perché in Terra Santa c’è questo problema fondamentale, e che grazie alla piccola comunità, grazie al fatto di rientrare un poco nella Chiesa, decidono di rimanere in quella terra, malgrado tutti i problemi che ci sono chiaramente (Livio) Nonostante il cancro che ho avuto cinque anni fa, il Signore ha confermato che abbiamo una missione come cristiani dell’Europa, anche per aiutare i cristiani più deboli.

D. – Sandro e Maria Rita vengono da Ascoli Piceno e sono in missione in Romania. Quali gli effetti di questa missione fino adesso?

R. – (Sandro) Noi abbiamo visto le grandi cose fatte dal Signore, soprattutto con i figli, vedendo come si sono integrati in questa realtà, anzitutto nella scuola. Siamo contenti per come il Signore sta portando avanti questa missione. Certo non siamo noi a fare tutto questo…

D. – Riccardo e Mariella della Comunità di Cecchina, diocesi di Albano, sono già stati in missione a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, in Terra Santa ed ora sono in Madagascar. La vostra esperienza…

R. – (Riccardo) E’ una medicina meravigliosa, perché ti fa anche ringiovanire, ti dà nuova linfa. Quando vivi con Cristo, la vita è completamente diversa ed è felice!

D. – Enrico e Francesca, parrocchia Santi Apostoli a Venezia, sono in missione a Guam…

R. – (Enrico) In questo tempo di missione abbiamo visto come più che la missione verso gli altri, si tratta di una missione che aiuta a noi, nella nostra vita familiare…

D. – Quali difficoltà per una madre in missione con tutti questi figli e anche con l’attività di evangelizzazione?

R. – (Francesca) La difficoltà è restare ancorati al Signore, ovunque. Se sei con Lui puoi fare tutto, se non sei con Lui non puoi fare nulla. L’unica difficoltà è restare ancorati a Cristo, nella preghiera e nella fede. Questa è l’unica cosa di cui abbiamo bisogno.


Fonte: Radio Vaticana notizia. Tutti i diritti riservati


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